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fra lo più ingenue e le più inutili, quando già esistono le parole e l’uso le difende.

Cassandra inascoltata: dicesi di persona che ben prevede e consiglia ma cui non si dà ascolto: da Cassandra, figlia di Priamo, profetessa, cui Apollo, pel negato amore, avea condannata a non esser creduta.

Cassata: nome siciliano dato ad una specie di torta dolce.

Cassazione (corte di): giurisdizione suprema che cassa, annulla i giudizi, gli atti, le procedure. Il nome e la cosa ci vennero di Francia Cour de cassation, la quale nazione instituì per prima tale magistrato al tempo della Rivoluzione. V. Botta, Stor. ital., 2, 484. La Crusca ha registrato tale locuzione. Tribunale supremo, Corte suprema, proposti dal Tommaseo, sono modi che male si intenderebbero. Corte suprema, dicesi quando il Senato si costituisce in tribunale per conoscere e giudicare di colpe ad esso deferite dallo Statuto.

Cassé: nel linguaggio commerciale una certa specie di carbone spezzato è detta cassé, participio dal verbo francese casser, latino quassare. Cassé è uguale etimologicamente alla nostra voce disusata casso, latino cassus. Altro caso di parole uguali; l’una morta nell’uso italico, l’altra viva in francese.

Casseretto: in marina indica quel piccolo ponte che è nelle navi, a poppa, più elevato del cassero.

Cassero: in marina indica quella porzione di ponte, analoga al castello di prora, senonchè è situata all’estrema poppa. Voce classica der. dallo spagn. alcazar che alla sua volta deriva dall’arabo, al-qaçr, se pur la voce araba, come nota la Crusca, non proviene dal latino castrum = castello.

Casse tête: fr. rompi testa, clava, bastone piombato.

Castagnaccio: specie di torta fatta di crema di castagne e anche di ceci; ed è specialità fiorentina. Cuocesi in grandi teglie al forno, e si vende anche per le publiche vie.

Castagnette o castagnole: V. Nacchere. Dicesi in Romagna castagnole una specie di fritto dolce di pasta che piglia forma come di castagna.

Castellata: voce dialettale romagnola (a settentrione di Cesena) ed emiliana, che indica un carro con botte e insieme una misura di mosto di circa 760 litri. Così in Romagna e nell’Emilia sogliono portare i coloni il raccolto della vendemmia nella città.

Castelletto: registro di informazioni confidenziali tenuto dalle Banche per aver norma nell’accordare il fido o credito.

Castello dei burattini: dicesi in alcune regioni nostre per significare il teatro dei burattini.

Castello di prora: in marina indica la porzione dì ponte superiore, situata alla estremità della prora. Esso viene ricoperto da una tettoia che forma un ponte di lunghezza limitata, al di sopra della coperta.

Castigat ridendo mores: emenda, ridendo, i costumi: motto della commedia secondo l’antico precetto che l’arte deve congiungere l’utile al dilettevole.

Casto Giuseppe: come è noto, il biblico Giuseppe, figlio di Giacobbe e di Rachele, venduto dai fratelli a Putifarre, respinse virtuosamente gli adulteri amori della moglie di costui: onde di cesi casto Giuseppe, sardonicamente, di chi ostenta pudicizia castità ritrosa, ben sapendosi come sia difficile possedere tale virtù. In fr. Joseph = homme chaste.

Casus belli: lat. caso di guerra. In diplomazia indica ogni avvenimento che possa provocare la guerra tra due Stati. Dicesi altresì, per lo più con senso faceto, per cose di minor conto che danno motivo a’ litigi e questioni.

Catastrofico: neol. specialmente usato per indicare l’avvento, non evolutivo, ma violento del programma socialista collettivista. (Da catastrofe, gr. katastrophè = rivolgimento).

Catenaccio: rialzo dei dazi decretato improvvisamente (?) dal governo per impedire che i privati si provvedano anticipatamente della merce su cui cadrà il dazio.

Catharsl: voco greca antica (katharsis) che indica espiazione, purificazione. Presso i greci esisteva una vera arte o scienza espiatoria dei delitti commessi.

Catòdo: nuovo termino di fisica che indica l’elottròdo negativo. Raggi catodici