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coli, hanno quattro arberi; nel primo che sta alla prora portano una vela quadra col suo trinchetto di gabbia, le altre sono latine con le quali camminano con tutti i venti: hanno una sola coperta e non sono atte a ricevere molto carico.»
Carbone bianco: appellativo che si dà al ghiaccio dei ghiacciai per esprimere il fatto che nell’acqua dei fiumi, da essi alimentati, si ha una sorgente di energia che può sostituirsi, per le industrie, a quella fornita dal carbon fossile.
Carbonile: voce dell’uso e speciale per significare i depositi del carbone nei piroscafi. «Voce necessaria, formata come fienile, cortile, etc.» Guglielmotti, op. cit.
Carburazione: l’operazione che ha per iscopo di incorporare all’aria, all’idrogeno, od al gaz illuminante di scadente qualità i vapori di idrocarburi (benzina, etere di petrolio) per ottenere un gaz capace di bruciare con fiamma molto luminosa.
Carcel: nome di un fisico francese del principio del secolo XIX che inventò una lampada che bruci 42 grammi d’olio di colza all’ora, con una fiamma alta 40mm Questa luce venne assunta dai francesi come unità di luce.
Cardenia e Gardenia: genere di piante rubiacee: arbusto e foglie verdi e forti, fiore bianco, corolle vellutate e polpose, profumo soave e voluttuoso e però di gran moda. Originaria dell’India, presso di noi è coltivata nelle serre.
Cardias e cardia: termine anatomico, indica l’apertura superiore dello stomaco; dal greco kardia = cuore e bocca dello stomaco, come si dice volgarmente.
Cargo-boat: voce speciale inglese per indicare i così detti somieri del mare, cioè i gran navigli a vapore, costruiti apposta per trasportare le merci voluminose, quindi scafo ampio, velocità media; quindi ben distinto dai corsieri del mare dalle velocità ed eleganze meravigliose. La parola deriva dallo spagnolo cargar, cfr. caricare e boat (bōt), voce di origine scandinava, che vuol dire nave. Nave oneraria.
Càrici: plurale di càrico dicono erroneamente in Lombardia, laddove per comune consenso si dice càrichi. Del resto quanto al plurale dei nomi in co e go incertezza è fin da antico, e nell’uso altresì de’ classici. V. ci e chi, gi e ghi.
Carillon: soneria di campane accordate, in origine quattro, onde il nome, derivato da un quadrilia del basso latino. Il Menage scrive carrillon, il che conferma la etimologia del vocabolo. Nel Belgio e nell’Olanda furono inventate e costrutte (secolo XVI). Carillon dicesi oggi comunemente delle sonerie di orologio e delle scatole armoniche che si caricano e suonano.
Carlona (alla): modo dialettale lombardo a la carlonna, trapassato nell’uso per indicare cosa fatta male, come viene. Propr. dei tempi di Re Carlone (Carlo Magno).
Carmignano: nome di vino toscano che contende col Rufino il pregio del Chianti: dal nome del luogo in provincia di Firenze.
Carmina non dant panem: la poesia non dà pane. E il Petrarca, attribuendo il pensiero al vile vulgo, scrisse: «Povera e nuda vai filosofia.» Sentenze entrambe vere attraverso il mutare dei tempi: prova della stabilità delle cose umane.
Carnèade (n. 212 m. 129 a. C): filosofo stoico, indi platonico di Cirene (Africa), immortalato specialmente dalla ignoranza di Don Abbondio nel romanzo manzoniano «Carneade, chi era costui?», onde un Carneade si dice, con senso di comico spregio, di persona poco nota. Del resto nescio Carneades iste qui fuerit fa dire S. Agostino in un suo dialogo.
Carne da cannone: così per disprezzo con intenzione politica è chiamata volgarmente talora la moltitudine inconsapevole dei soldati, i quali vanno a combattere senza saperne la causa. Dal fr. chair à canon.
Carnet: fr. è voce assai usata e deriva molto probabilmente dal latino quaternum [cfr. Cahier; come hiver da hibernum, enfer da infernum], «foglio piegato in quattro, quaderno.» In italiano libretto, taccuino.
Carnival - nation: epiteto sprezzantemente ingiurioso, già dato degli Inglesi all’Italia: nazione carnascialesca. L’in-