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noi, lo Stecchetti (Postuma) imagina di chiedere ad uno Svizzero del Vaticano, non natio della Svizzera ma di Frascati, e quindi ignaro del senso’ di cantone = Stato:
E lei di grazia, in che cantone è nato?
Lo Svizzero levò le man pelose,
M’afferrò, mi battè contro al portone,
Ed arrotando i denti, mi rispose:
Ti, puzzurre, star nate in un cantone,
La mia città star grande e star graziose;
Ssò frascatano, sso prute, pufone.
Cantuccio: nome toscano di biscotto, solitamente con anici: pezzetto di pane di cacio tagliato sul canto o angolo.
Canzonettista: nome dato alla cantatrice di canzonette nei caffè concerto.
Caoutchouc: forma francese della voce indiana cahuchu che indica la gomma elastica, sostanza che proviene dal succo di certe piante tropicali, incise all’uopo. Serve, meschiata ad altre sostanze, per infinite applicazioni dell’industria e della vita moderna.
Capacità: per uomo capace (Es. il tale è una capacità) è il francese capacité. Les capacités = les personnes capables. (Littré). Parola riprovata dai puristi e non a torto. Certo chi scrive con senso d’arte non usa tale parola. Nè meno il Petrocchi la registra nel suo Dizionario Universale. Vero è pur anche che la tendenza agli astratti è fortissima nel pensiero moderno, e se noi trovandoli già bell’e formati nel francese e affini alla favella nostra ce ne gioviamo, sarà così grande la colpa?
Capharnaüm: così in francese chiamasi un luogo ove oggetti disparati sono ammucchiati confusamente. Cafarnao (lat. Capharnaum) è una città di Galilea dove Cristo cominciò a rivelare la sua missione divina. Dai ruderi di quella città (oggi Tell-Hum) il nuovo senso. V. S. Marco II, 2.
Capillaire: questa parola francese risponde alla nostra capelvènere (Capillus Veneris), pianta crittogama, medicinale, della famiglia delle felci. Cresce spontanea ed è pur coltivata per adornamento, essendo di graziosa e delicata apparenza. Il siroppo che se ne trae, oggi assai in uso, viene denominato con la voce francese.
Capire il latino: intendere ciò che altri vuole e pensa senza che apertamente lo dica: indi operare in modo conforme a quelle volontà. La frase suona ironia, e però è detta di solito da colui che raggiunge l’intento senza il disturbo di esprimerlo. Di solito vale andarsene.
Capitalismo; voce astratta che indica la forza e l’abuso della forza che è insita nel cumulo del capitale, e per cui operano conformemente gli uomini.
Capitalizzare: fr. capitaliser, cioè accumulare ricchezze e averi che danno reddito. Voce autenticata dalla Nuova Crusca.
Capitano: nel linguaggio marinaresco è il comandante di un bastimento, l’autorità suprema di bordo. Nella marina di guerra vi sono i gradi di Capitano di vascello, Capitario di fregata e Capitano di corvetta, e nella marina mercantile vi sono i gradi di Capitano superiore di lungo corso, Capitano di lungo corso, Capitano di gran cabotaggio e Padrone (V. Parone). Nei piroscafi invece di Capitano si dice anche Comandante.
Capitone: vocabolo usatissimo in Napoli ed esteso alle altre regioni, specie dell’Italia centrale, per indicare una specie di anguille assai grosse e vistose: vittime cruenti della vigilia di Natale. Capitone è accrescitivo del vocabolo latino capitis = capo.
Capocomico: direttore di compagnie comiche.
Capo d’opera: usato promiscuamente in vece di capo lavoro, ricorda ai puristi molto da vicino il chef-d’oeuvre dei francesi. Di questi doppioni, l’uno ritenuto buono l’altro no, la lingua italiana abbonda, per sua sventura. Capo d’opera fu usato dal Giusti nella Mamma educatrice:
È un capo d’opera
è una gran cosa,
Capo (in): nelle locuzioni generale in capo (en chef) per generalissimo, aiutante in capo per primo aiutante è modo ripreso dai puristi come gallicismo. Ma non