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RAGIONE E NATURA DELL’OPERA
considerando
LO STATO PRESENTE DELLA LINGUA ITALIANA
Era costume e formula delle antiche prefazioni raccomandarsi alla benevolenza del lettore: qui sarebbe cosa necessaria, giacchè molte parole saranno cercate ma non trovate, altre appariranno spiegate male o superflue, e da ciò nascerà malanimo contro l’Autore1.
Vero è che nelle consuete compilazioni i precedenti dizionari valgono da guida e porgono aiuto (spesso anzi oltre il giusto limite!); qui invece tale sussidio non ci poteva essere se non in piccolissima parte, appunto perchè si trattava di notare ciò che comunemente non è notato: da questa ragione, ed anche da deliberato proposito, consegue che anche la spiegazione non ricalca le parole altrui; anzi queste ed altre cose pensando, benchè sia di vita ed animo modestissimi, Autore e non Compilatore vuol essere chiamato chi sostenne la lunga fatica di questo libro.
Il quale è nato così: leggendo libri nostri e giornali, scritte, manifesti, ecc., udendo altri parlare, mi imbattevo con frequenza — la quale di tanto era maggiore quanto più viva era la mia attenzione — in parole e modi nuovi, di cui moltissimi prettamente stranieri o travestiti all’italiana.
Che i dizionari italiani dell’uso non registrino queste voci prettamente straniere è troppo giusto; che omettano la più parte delle voci nuove, si può o approvare o scusare o rimproverare secondo i vari modi
- ↑ Il numero delle parole che mi sono sfuggite potrebbe sembrare soverchio al lettore che è nuovo di tale genere di lavori. Che dire poi di quelle, o che egli può suggerire, o che nacquero nel frattempo?