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Bro | — 62 — | Bru |
Bròccolo: V. Verxa.
Brocchini: così da’ calzolai intesi in Milano chiamare le scarpette con gli elastici: evidentemente la parola è dal francese brodequin, la cui etimologia non è improbabile che provenga dalla nostra morta voce borzacchino. Noto queste parole più per bizzaria che per altro giacchè nel linguaggio delle scarpe, oh ironia, abbiamo conservato l’italianità dei termini.
Broche: letteralmente ed etimologicamente è la nostra umile brocca che è rimasta lì a fermar le suole delle scarpe, mentre la sua sorella francese è salita sul petto delle dame ed ha usurpato il posto delle nostre voci spillone, fermaglio.
Broché: broccato part. del verbo antico broccare, cioè stoffa trapunta o tessuta a brocche. Ma per indicare quelle stoffe che hanno un ricamo in rilievo e servono per vario uso, abiti da signora, cravatte, tappezzerie, etc. si dice altresì alla francese broché.
Brochure: cucitura cioè l’atto semplice del brocher che è a dire del riunire insieme col filo i fogli piegati, e poi coprirli con una copertina, il che si fa di ogni libro quando passa dalla stamperia al legatore. Perciò il distinguere come fanno i librai libro in brochure da libro legato con cartone o con cuoio, mi pare inutile, visto che i libri co’ fogli sciolti come escono dalla stamperia, non si vendono. Il Fanfani, notando la voce francese, consiglia alla rustica; meglio forse grezzo. Brochure è altresì usato in senso di opuscolo.
Broder: ricamare, voce fr. metatesi (forse) border, appunto perchè i ricami fannosi di solito sull’orlo. V. la parola bord.
Brodetto: nome dialettale del litorale di Romagna, dato ad una specie di umido di pesci di varia ragione, come seppie, torpedini, triglie etc. Con poco olio, qualche stilla di aceto nell’acqua, droghe ed aglio, i pescatori allestiscono in breve sui loro barchetti questo tradizionale piatto eccellente che ha qualche parentela col cacciucco livornese e col bouille-abaisse marsigliese. Il brodetto deve essere piatto antichissimo se in Romagna per dir cosa antica e trita dicesi «vecchia come il brodetto».
Brogliazzo: e anche brogliasso: voce volgare della gente di commercio per indicare lo scartafaccio ove si prendono le prime note del dare e dell’avere.
Brokendown: letteralmente: spezzato giù, azzoppato. È una zoppicatura propria dei cavalli da corsa, e consiste in una distensione dei tendini flessori del nodetto. Termine inglese del linguaggio delle corse.
Brosse: fr. per spazzola pare incredibile, ma si dice e si scrive presso di noi talvolta, e così brosserie.
Brouhaha: voce onomatopeica francese per indicare un rumore sordo, indistinto, specie delle folle. Es. «E mentre pei vani immensi di San Pietro risuonava come vasto clamore di fiumana il brouhaha dei mille, mille pellegrini acclamanti al Papa-re, etc.» Vale il conto di dire che avremmo parole nostre da sostituire a questa voce straniera?
Brown-Sèquard (cura o metodo di): singoiar cura di un medico francese di tal nome, che consiste nel somministrare in caso di atrofia della funzione di un organo, lo stesso organo tolto da un animale in forma di estratto.
Bru-bru: term. volgarissimo del dialetto lombardo per indicare que’ procaccianti avidi, volgari e noiosi, che avendo alcuna nozione di procedura e di leggi, si prestano a’ servigi altrui presso le preture. Faccendiere, imbroglione. Usasi anche come spregiativo di avvocato: press’a poco come paglietta nel napoletano.
Bruciare o bruciarsi le cervella: uccidersi o uccidere con colpo di arma da fuoco alla testa; locuzione forte che ricorda il brûter la cervelle de’ francesi.
Bruciare i suoi vascelli: locuzione figurata che vuol dire togliersi spontaneamente la via del ritorno cioè la tentazione del tornare indietro, obbligarsi quindi ad avanzare ad ogni costo, compiere l’impresa disperatamente. I francesi hanno appunto brûler ses vaisseaux.
Brughiera: così in Lombardia chiamasi quel terreno incolto e deserto ove cresce l’erica e la scopa (brugh).
Brûlé: participio del verbo fr. brûler = bruciare, usatissimo in «vino brûlé, latte brûlé» e simili. L’uso ne è così invalso