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posizioni può trovar posto anche la mia, cioè da breve = di breve durata.

Breve: lettera del Papa a sovrani o a persone cui accorda tale distinzione. Breve perchè brevis: non ha preambolo, ma solo il nome del Papa e la concessione fatta. È sigillato con cera rossa dall’anello del Pescatore, cioè di S. Pietro. Altra cosa dalla Bolla.

Breve: avverbio, in luogo di brevemente, alle corte, insomma. V. Bref.

Brevi manu: modo avv. latino detto di cosa e più spesso di pecunia consegnata a mano, personalmente, senza ricevuta.

Bric-à-brac: voce usata in francese nell’espressione volgare marchand de bric-à-brac, (brocanteur), che vende roba usata ferraglia, ciarpami, mobili vecchi, rigattiere, insomma, e girano pei mercati o hanno sede fissa. In Romagna ho inteso spesso dire da rivenduglioli della piazza: «Noi siamo bric-à-brac, abbiamo sempre fatto il bric-à-brac» parola, si vede, penetrata da tempo, forse con la dominazione francese. È usata anche figuratamente.

Bricchetto: in alcune regioni dell’alta Italia è chiamato con tal nome il fiammifero, ed è il francese briquet = acciarino.

Brick: è nostra voce italiana, brigantino, ricevuta dalle nazioni straniere e poi rimandata a casa mutilata in brick, o brig o bric, e così noi l’accettammo. Brigantino dal sec. XVII in giù fu detta quella specie di bastimento quadro a due alberi a coffa, coi loro alberetti guarniti e attrezzati alla stessa maniera, il bompresso e la randa: capace di due o trecento tonnellate. Armato, portava da dieci a venti cannoni in barbetta. Dicesi brigantino a palo quello a tre alberi, il trinchetto e il maestro quadri, il mezzano aurico: brigantino goletta, quello a due alberi, il trinchetto quadro e il maestro aurico.

Bride: briglia; ma la gente mondana invece di nastro usa talora con più elegante e corrente scioltezza (così loro pare) la parola francese, come: les brides della capote.

Brie: nome di una reputata specie di formaggio francese, molle e del sapore dello stracchino. È così detto dal nome della regione la Brie, in cui si fabbrica.

Brigantino: V. Brick.

Brillantare: fr. brillanter: in buon italiano sfaccettare, cioè tagliare metalli a faccette, splendenti come il brillante.

Brillare e brillante: l’uso traslato che si fa di queste due voci è senza dubbio tolto dal francese. Una festa, un discorso, un’esistenza, un’idea, un ufficiale, etc. possono ricevere l’aggiunta di brillante. Il predominio di questa parola toglie l’uso e l’agilità dei sinonimi italiani equivalenti. Il Petrocchi registra questo nuovo senso della parola brillante. La locuzione brillare per l’assenza è pur essa condannata dai puristi. Certo non è di conio italiano, benchè secondo alcuni deriverebbe da Tacito (Ann. III. cap. ultimo) che narrando i funerali di Giunia, scrive sed perfulgebant Cassius atque Brutus eo ipso quod effigies eorum non visebantur. Lo Chénier nel suo Tiberio (atto I) introducendo questo episodio, dà la tipica forma moderna: Brutus et Cassius brillaient par leur absence.

Brillare per l’assenza: V. Brillare.

Brindare: verbo oramai consacrato dall’uso benchè spiaccia ai puristi per la sua provenienza francese: brinde. Bere alla salute è il modo nostro. V’è inoltre il verbo antico e disusato propinare che può far ridere molti, eppure così efficacemente il Carducci rinnova questa parola:

     E propinando i vin bianchi e leggieri,
     ballano con gli ulani e con le scorte (Ça Ira).

Brioche: voce di origine incerta (V. Scheler) ed indica sì in Francia che da noi una pasta dolce di lievito e uova. Faire des brioches = prendere una cantonata.

Bristol: così si chiama un cartoncino bianco e rasato con cui fannosi biglietti, scritte eleganti, partecipazioni, etc: evidentemente dal nome della cittá d’Inghilterra Bristol.

Britannia: lega formata con 90 parti di stagno (Sn) e 10 parti di antimonio (Sb). Più nota col nome di metallo inglese.

Brocco: cavallo in mal essere, nel gergo de’ soldati. È voce piemontese, brôch che vale rozza, ronzino.