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92 Diario sentimentale

gnerà rimettere le scarpe ai piedi ed il colletto al collo. È seccante! Stelle dell’Orsa, stella di Venere, stella diana, gran manto dell’Aurora, arrivederci — se ci rivedremo — un altro anno! Queste cose celesti esistono, certamente, anche sopra Milano; anzi in piazza del Duomo c’è un omarino col cannocchiale che le fa vedere più da vicino per mezza lira. Ma è altra cosa. Mi avviene di trovare quasi naturale la domanda di Titì: «La luna che c’è a Milano, è come quella che c’è a Bellaria?»

Guardo il contadino che dissoda con la vanga il terreno: il contadino che semina la fava da seppellire come ingrasso di questa sterile arena, quando la primavera verrà. L’inverno parla della primavera mercè la mirabile alternativa delle opere.

Giorni ed Opere di Esiodo!

Alcuni pescatori allestiscono con ogni cura la loro tartana e la riforniscono di ogni provvisione. Andranno alle bocche del Po, lontani da ogni consorzio umano, da ogni voce umana, a pescare anguille. Vi rimarranno fin sotto Natale. Dormono profondi sonni, bevono nero vino. Quanta invidia!

Addio, dunque, stelle dell’Orsa, stella diana, animato alfabeto del cielo!