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di Alfredo Panzini 83

sublimi. Dove si sprofonda il peso mortale, quivi la libertà deltanima si leva. Quanto più larga sarà l’offerta, tanto più alto sarà il prodigio. A pensarci bene, è anche l’idea di quel tale dell’Avanti!: distruggere per fare la purificazione ideale. Sempre lo stesso ragionamento.

Noi non rifiutiamo la guerra e la morte, ma glorifichiamo una più alta lode della vita.

***

Mercoledì, 16 Settembre 1914.

Ho scoperto il mistero di quel povero figliuolo che vuole diventare ussero della morte. Abbiamo parlato ieri, mentre tristamente annottava, lungo il mare.

I suoi vecchi erano al servizio di Casa d’Este, e vecchia nobiltà era la sua: ora più nulla! Un suo antico scortò, nel ’59, Francesco l’d’Este nella fuga da Modena a Mantova. Ne ebbe in compenso non so quale magnifica villa. Ma il nuovo Governo, la democrazia, la rivoluzione non riconobbero il dono. Rimane soltanto lo stemma, memorie araldiche, nomi di parentado in Austria, o che altro disse. Alcunchè di confuso, povero figliuolo! di esagerato: ma alcunchè di vero ci doveva pur essere.

— Dunque lei non è italiano?