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di Alfredo Panzini 79

dice lei che vengano fin qui a bombardare? — mi domanda.

Ma è un fatto che non si può sapere il numero dei morti.

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Non ho osato mai in questi giorni fermare alcuna nota su la carta, temendo ogni mattina, all’aprir del giornale, un disinganno. Ma è oramai un fatto che nel campo di battaglia, da Parigi a Verdun, i francesi da sei giorni ributtano il nemico. No, i francesi non vinceranno, ma i germanici forse dovranno correggere il loro giudizio su la «imputridita» razza latina. Intanto ammettono che i francesi non furono mai vili.

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Bellaria, 1 Settembre 1914.

Come è trasformata la Francia! Deroulède, che pareva un maniaco, un superstite di altre età, è morto ieri; e rivive in ogni francese. La canzonetta del De Musset, Nous l’avons vu vôtre Rhin allemand, che si affievoliva nella malinconia del vecchio tempo romantico, oggi squilla a battaglia. Pare quasi risorgere la religione nell’empia terra di Francia. Parlano della Pulcella e di Rolando!