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64 Diario sentimentale

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Ho avuto una visione, stanotte. Sul rogo di Patroclo, Achille scaglia, da lui sgozzati, i giovanetti figli di Priamo, in suffragio ed olocausto. Mi è apparsa la figura dell’assassinato arciduca d’Austria. Levò la mano imperiale: «Basta di giuochi funebri in nostro onore!»

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31 Agosto.

Il casellante della ferrovia legge tranquillamente, al rezzo, nella calda ora, così come può, le notizie della guerra. Una contadina giovane gli sta, sopra, attenta. Altre sopraggiungono: due lattaie; l’una quasi titanica ed incinta, l’altra ancor giovinetta. Ci salutiamo. Sto a sentire anch’io. «Saint Quintin, 26 Agosto, telefonato dalla frontiera.» San Quintino? Nome perduto, giù, nella storia. Vittoria di San Quintino, 1597! Emanuele Filiberto! Sentir parlare di San Quintino, mi fa l’effetto di vedere Emanuele Filiberto vivo. E così Longwy; così le Argonne; così Verdun (Udite, udite, (canta il Carducci) o cittadini, ieri Verdun all’inimico aprì le porte). Le Argonne sono la selva Ardenna dove va cavalcando Angelica del mio Bojardo? E la Mosa? (O Mosa errante, o tepidi lavacri d’Acquisgrano)... Questi poeti ci met-