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416 | Diario sentimentale |
Però non si sa mai. Entrò e domandò se c’erano paste pronte a tutte le ore.
Una voce sgarbata rispose: — C’erano a mezzodì!
— Allora niente?
— Se vuole, c’è del baccalà alla livornese.
Ecco un surrogato del caciucco!
— Allora mi posso accomodare?
— Si accomodi dove la vuole.
Era una voce di donna.
La donna aprì la corrente della luce e la stanzetta si illuminò.
Era una donna di mezza età, ma un bel fusto di femmina, con gran capelli corvini...
— Io posso essere servito?... — disse alla donna che badava ai fatti suoi...
— Sì, ma finchè non la si siede...
Il signor maggiore veramente cercava dove potesse essere la cucina col baccalà alla livornese; poi alla intimazione della donna, cercò dove la tovaglia fosse meno maculata, e si sedette e stette con pazienza, facendo girare un pollice attorno all’altro pollice così che i due polsini rotavano anche loro come due cilindri. E intanto guardava.
C’era un bancone con una fila di salami, pendenti, una compagnia di fiaschi in buon ordine: ma la cucina dove è?