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di Alfredo Panzini | 403 |
«Che vuoi che la stella Sirio si occupi di ciò che avviene in terra?» mi dice Felice Momigliano.
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Dio mi perdoni. Si finisce col crèdere seriamente quando i tedeschi dicono: «Noi abbiamo una morale!».
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Tutte queste cose mi sono successe nell’anno 1917 quando andai a Roma.
Roma è una città interessante: impassìbile e gaia.
«Vedi quante rose e lauri! — mi diceva Giovanni Cena — La terra è di una fecondità portentosa».
«Non avviene ciò — dicevo io alla mia volta — perchè Roma, sotto, è una stratificazione di morti?»
Cena diceva anche: «La classica impassibilità romana proviene da secolare esperienza, in forma sub-cosciente, della natura immutabile dei fatti umani».
«O non piuttosto perchè qui ha principio Ponente? Vedi il colore del cielo in questo tardo autunno».