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di Alfredo Panzini | 399 |
parve raggiunto il colmo della potenza germànica, e la vittòria certa. Ma i magnifici generali del Kaiser, quando impòsero ai bolsceviki quella pace umiliante, non si accòrsero, come si accorse Dante nell’Inferno al vedere la schiera delli demoni di Babariccia:
Se tu se’ sì accorto come suoli,
Non vedi tu ch’e’ digrignan li denti,
E con le ciglia ne minaccian duoli?
***
E anche della Germania si può dire:
- Amphora coepit institui, cur urceus exit?
Ma già su la fine del 1916, sempre per quell’istinto che hanno le bestie, quando si cominciò a vociferare che l’Austria cercava pace separata, che il Kaiser tornava a proporre trattative di pace, io avevo detto ad un deputato:
«Finchè è ancora sfruttabile la nostra situazione, non è meglio fare la pace?»
In quel decembre, Lloyd George, Cadorna, Briand erano convenuti a Roma.
«La democrazia europea — mi rispose quel deputato — vuol fare la guerra per finire le guer-