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di Alfredo Panzini 389


Sopra le foglie, ancor verdi, distese, la rugiada ha distribuito le finissime scintillanti perle. I tamarischi hanno infiorescenze di brina.

A lungo io premo tra il pòllice e l’indice una foglia brinata, a lungo guardo la mia mano. No, essa non è insanguinata!

Io non mi sarei nullamente meravigliato se le foglie delle piante fòssero insanguinate.

Aurora che sorgi nel cielo; piante che date a noi sostentamento, sapete che questa è la rugiada, questo è l’uomo che fa la guerra?

***

Povero Arturo Colautti!

Quando è morto? — Al principio di questa guerra che era la sua guerra. — Egli era dàlmata; e morto che fu, gli fu resa onoranza per tener su in vita la sua memoria, perchè noi abbiamo la illusione di conservare la memoria di noi con questi pezzi di carta stampata! Draghi di carta velina contro il tempo!

Arturo Colautti era una generosa natura; ora io ho osservato che in quella che è detta la primavera della vita, cioè sui venti anni, appaiono agli uomini di generosa natura le due dame, la fata Morgana della Illusione e la inesorabile Realtà.