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388 Diario sentimentale

no che rèndono l’uomo immondo, perocchè dalla mente dell’uomo procèdono i cattivi pensieri, gli omicidi, la superbia, la stoltezza.

— Non bisogna mangiare più carne — mi risponde il capitano — . Io non ne mangio da due anni, e sarei incapace di uccidere una mosca.

Fra un crampo e l’altro, mi porto con la bicicletta a casa. Titì è sola; gioca con la pìccola contadina. Piove, cala la gran sera grigia. Accendo la lampada.

— Perchè stai male, papà?

Quale strana domanda! I figli crèdono che i padri e le madri non dèbbano mai stare male, mai morire.

***


28 Settembre, 1916, Bellaria.

Chi è stato il pittore che ha dipinta quest’alba settembrina?

È così bella, è così in pace, è tutta un tènero palpitar di luce!

Se su per il cielo rosato, fuor delle mirabili trasparenze che radon la terra, sorgesse, invece del sole, una figura ridente di donna, io non me ne meraviglierei.

«Siete voi, signora, che avete pulito, mentre noi dormivamo, questa sudicia terra?»

Si ode il mare. Esso ha un sussurro di conca marina.