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di Alfredo Panzini 387


— Non pàssano, crèscono.

La moglie del farmacista sgrètola pane, pizzica uva. E fra poco va a cena. Ha mandato ora al forno la teglia coi polli.

— Beata lei, signora!

A magn semper!

Ecco entra in farmacia il signore che mi accomoderà la rivoltella: — Se ne intende lei?

— È la mia partita.

È un armaiolo. Smonta la rivoltella. È un giovane magro, denti macabri, elegante; ètico. Sorride smontando l’arma. Misteri della vita! Nelle sue condizioni disperate dovrebbe puntarsi l’arma contro di sè. Invece sorride.

Viene il capitano X... Questi è terribile come il male di stòmaco. Povero, buon signore! Egli è più malato di me. Cerca una legge. Ha sinora salvato la pelle stando al fronte: ma il derma psicològico è tutto ulcerato.

Fa la cura della teosofia! Mi confonde la testa con l’elettrone, la cèllula, l’uomo, il pensiero, il corpo astrale, la trasmigrazione, la formazione dell’uomo superiore che creerà la vera unica legge. Mi ha lasciato, perchè lo legga, un libro che non leggerò, L’ego e i suoi veìcoli.

— Caro capitano, Cristo ha detto:

Le cose che procedono dall’uomo, quelle so-