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di Alfredo Panzini | 381 |
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Agosto, 1916.
Pàssano, ogni giorno, treni di prigionieri austriaci. Nella sosta del treno, vedo a gara, donne, uomini, fanciulli, andare a prendere e riportare le gamelle turchine col fondo tondo, di quei prigionieri. Dicono: «Sono uomini come noi. L’acqua non si nega a nessuno!»
Quei torvi volti croati e màgiari bevono in silènzio.
Rivedo la stòria del martìrio dei nostri padri in quei volti.
Ieri, 28 sera, alla posta, verso le 4, notizie della dichiarazione di guerra della Romania all’Austria.
Pare di vedere uno spiraglio di luce in fondo ad un tunnel senza fine.
La guerra finirà.
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In un settore del fronte francese, ove fu comunicata ai tedeschi la notizia dell’intervento romeno, i tedeschi alla loro volta hanno voluto rispondere con un manifesto affisso, a lettere lapidarie su alti pali dinanzi alle trincee. Il manifesto diceva: