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di Alfredo Panzini | 373 |
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22 Maggio, 1916.
Brutte voci di panico còrrono tra i così detti informati: si combatte a Vallona: bombàrdano Vicenza; a Monfalcone reggimenti di cavalleria appiedata fùrono decimati. Austrìaci travestiti da donne distribuivano, — dicono, — ai bimbi confetti avvelenati. Milano tuttavia, e così il resto d’Italia, vive ancora nella sua indolente fidùcia.
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25 Maggio, 1916.
Il bollettino di oggi è grigio: «distruzione artiglierie nostre che non fu possibile ritirare». Gli austriaci scèndono al piano? Concentramento di un esercito a Schio. Si darà battaglia al piano?
Il comunicato della Stefani vuole essere esplicativo ed escusativo. Dice:
«All’inizio della nostra guerra con l’Austria, il Comando Supremo italiano, tenuto conto degli obbiettivi militari che noi ci proponevamo e sopra tutto della necessità che si imponeva di cooperare nel modo più efficace possibile alle operazioni degli Alleati, in un momento in cui le sorti della guerra in Russia volgevano favorevoli agli Imperi centrali, decise di agire offensiva-