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358 | Diario sentimentale |
vani che pàrtono con la tradotta, prepàrano il nuovo libro, Emilio Treves! Pòvero, caro vècchio!
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14 Febbraio 1916.
Stamane, ore nove, scolari ai finestroni dell’istituto mi chiàmano: nel cielo terso, invisìbili, quasi libèllule, si vèdono areoplani: ogni tanto pennacchietti bianchi nell’azzurro. Scoppiettii. Miràbile! Lassù sono uòmini che certamente non sòffrono di vertìgine.
Si parla di morti e feriti. M. Harden ha minacciato esterminio all’Europa se non accetta la pax germànica. Dunque i messi di Harden stamane volano sopra Milano?
Se noi fossimo liberi dalla preoccupazione per la nostra pelle, potremmo guardare la guerra come uno spettàcolo di comicità. Le nazioni di Europa sono come comari alla finestra che si baràttano insolenze:
— Guarda che panni sporchi hai tu!
— Più lèrcia di così non si può essere!
— Dio che sbrindoli!
L’Inghilterra però è sempre molto vereconda; mai alza le sottane.