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30 Diario sentimentale


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Milano, lunedì, 3 agosto 1914.

Il mattino è sereno. Il platano del giardino diffonde, nell’appartamento, attraverso le larghe foglie, una luce verde, fra cui scherzano tranquilli gli occhi del sole nascente. Soltanto molta polvere è caduta sui mòbili in questi giorni di assenza.

Mi pare un sogno la guerra. Ecco: la realtà mi richiama, terribile.

Ad un bar dove prendo il caffè, ci sono già i fogli del mattino. Rècano le dichiarazioni di guerra. Anche l’Inghilterra!

L’Inghilterra! Guglielmo annunzia al mondo che ha levato la spada e non la deporrà se non con onore.

Le dichiarazioni di sfida delle grandi nazioni, in caratteri grandi, neri, con parole immote, in istile di prammatica, prodùcono un’azione paralizzante anche nel giovane che mesce il caffè.

Ma non tremò la mano di chi le scrisse? V’è uno stupore, un silenzio! I tram, la gente di via Torino, tutto è più lieve, sospeso; tutto pare preso da sbigottimento.

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Le Banche sono affollate: file lunghe, sommesse, pàvide, davanti agli sportelli. Buoni ambro-