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di Alfredo Panzini 329

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Alla sera, a pranzo, come il sòlito la domenica, è venuta, quella buona figliuola di Lia, telefonista. Da un anno che è a Milano, la cosa che ella ha più ammirato sono le: «shoes».

Ella si mantiene sempre provinciale; ma potere andare sul Corso dal signor... Shoe a comperare per i suoi piedi un paio di scarpe coturnate da quaranta lire, è l’ideale. Ne ha sessanta di paga.

Sento dalla stanza vicina che racconta con entusiasmo la visita di gran parata, fatta dalla duchessa Y... alle ragazze dei telèfoni, che lavorano per la croce rossa.

«Quassù in testa aveva quattro o cinque uccelli: un nido! Una borsa d’oro, che si sentiva tac-tac! Un notes, tutto d’oro, con la corona tempestata di brillanti! C’era pronto, dalle due, l’ascensore; ma ha sbagliato. Ha fatto le scale a piedi. Aveva le scarpe alte con le ghette di color cènere: le sottane corte. Pareva una ballerina. Grande come il cavaliere nostro direttore, che è un gigante! Urlava che sembrava in piazza. Si meriterebbe di farle il rapporto, mòdulo 300. Intanto io ho visto la duchessa!»

22 - Diario sentimentale