Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/305


di Alfredo Panzini 299

la filosofia tedesca. Però non ho difficoltà a rifiutare ciò di cui non sono persuaso.

Riprese: — Non vorrei che ella mi confondesse con uno dei tanti caporali italiani della coltura tedesca.

Gli strinsi affettuosamente la mano gèlida.

— Però lei è un insensibile.

— No.

Non ha replicato. Appena un bàttere di palpebre convulse. Poi disse:

— Quel buon papà di Hindemburg, che muove i milioni di uomini come molossi alla càccia disperata; Mackensen che si prepara ad andare ad insegnare l’esperanto a Pietrogrado.

— La prego, non parli così.

— Del resto, come Lucullo in Asia, come Silla in Grecia! Il valore della vita è nella perpetuità delle sue leggi. Se le formiche fòssero più grandi di noi, ubbidiremmo alle formiche.

Silèntium, e poi riprese:

— Forse è legge di cose fatali. La Germania deve fare il suo terrìbile experimentum; la parabola deve èssere svolta tutta! Robespierre, Hebert! Voi eravate dei sentimentali, come la vostra Dea Ragione era una lavandaia parigina! Il razionalismo? Come le automòbili, come gli areoplani: invenzione francese, perfezionamento ger-