Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/301


di Alfredo Panzini 295

Oggi nessuno più avanza le parole: «assedio e schiacciamento» della Germania. Il fallimento economico è una fola: la forza fa l’oro.

L’affermazione incrollàbile della vittoria che viene da Roma, da Londra, da Parigi, da Pietroburgo appare oggi del tutto verbale.

Oggi è tutto paurosamente oscuro. Non v’è di certo che il sole che apre ora il suo occhio su la superficie delle acque marine, nel punto stesso dove lo apriva lo scorso anno.

Chiamata della classe 1906.

***

13 Agosto, 1915, Bologna.

«Salvacondotto?» dove ho letto questa parola? Nel Cinquecento. Ritorna in uso questa vecchia parola. Per viaggiare occorre il salvacondotto, munito di ritratto. Affollamento enorme.

I fotografi esosi ribùttano i clienti. Mi faccio la fotografia presso gli uffici del giornale Il Resto del Carlino. Incontro Caroncini, ufficiale. Giovane dal freddo entusiasmo: un po’ alla germànica, questo irredentista! Ma est necesse! È bene così! Caroncini mi accompagna per via Saragozza, ove è l’ufficio dei salvacondotti.