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280 Diario sentimentale

E v’è chi si chiede dubitativamente come avrebbe potuto Renato Serra conciliare il suo razionalismo con le esigenze platoniche del suo spirito.

Non sapete?

Noi sappiamo che questo è un raziocinare alla maniera germanica.

La forza del pensiero avanzava in lui la età: quella era in piena maturanza, mentre gli anni volgevano nell’aprile. E questa freschezza giovanile, recingendo quella saviezza, formava il suggello della sua originalità, ed era un po’ la sua pena. Egli, giovane, era critico e insieme artista e poeta. Questa è una disgrazia, perchè fra le due cose c’è incompatibilità. Quando gli anni sono maturi e i capelli vanno verso il grìgio, allora sì la critica e l’arte possono vìvere insieme, anzi è una bella cosa.

Ma nel fervore della giovanezza la convivenza della poesia con la critica diventa presso che impossibile.

«Cosa vali tu?» domanda la critica alla poesia. «E tu — dice la poesia — cosa vali?»

«Va alla Malatestiana, o Renato, a studiare sui libri», dice la critica. «Va per la campagna, per le colline della tua Cesena», dice la poesia.

Ed egli andava, e sentiva l’anima e la reli-