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di Alfredo Panzini | 253 |
«A te Enzo, figlio mio, nel momento di lasciare la vita per sempre, questo è il retaggio che tuo papà ti lascia: sii obbediente, rispettoso verso tua madre. Essa, sola ormai nel mondo, fedele per sempre al nome e al ricordo di tuo padre, ha diritto di trovare in te la sua consolazione e il suo appoggio solido e sicuro, in te, figlio nostro carissimo. Sii sempre e ovunque onesto, laborioso e coraggioso, sii orgoglioso del nome di italiano e adoperati in tutti i modi perchè le tue azioni servano ad accrescere la potenza e la gloria della nostra nazione e ad onorare il nome intemerato che io ti lascio in eredità. Tanti grossi bacioni dal tuo paparotto che ti ha sempre voluto tanto bene».
Povero signore, amante dei giovani, delle cose giòvani, belle e forti! Era un volto glabro, caratteristico (lo ricordo al banchetto di Battisti). Morì secondo la sua gran fede.
Bella morte! Bello il primo volto della morte in guerra! Peccato che dopo si muti con quei teschi uguali agli altri teschi.
— Forse fu un colpo invisibile di mitragliatrice — mi diceva un bersagliere ex-studente, ritornato ferito dal Monte Nero, — quello che uccise Negrotto.
Così, così bisogna accettare la guerra germànica. Orlando deve morire asfissiato, affogato, mitragliato: ma non vedrà il nemico! Germania, socialismo!
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21 Giugno 1915 - Milano. Sera.
Domani, solstizio. Ventidue anni fa nacque Emilio! Giorno di San Luigi, coi gigli. Dolci, frà-