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252 Diario sentimentale

veri ragazzi e si ergèvano cavalieri e belli! Sarebbero forse morti, ed èrano circonfusi di immortalità! Senso di letìzia.

Gino ed io ci siamo fermati sul marciapiede. Non mi sono mai levato il cappello con tanta venerazione.

— Fra poco anche lei, Gino! — Volevo dirgli: «chi fu il miserabile che chiamò il soldato materiale umano?». Espressione più vile dell’altra, carne da cannone. Ma nulla dissi. Gino domani andrà alla scuola di Modena.

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Stamane, in piazza S. Ambrogio, squadre di ragazzi, giovinotti, qualche uomo maturo, parecchi pezzenti, qualche civile, impàrano per pìccoli plotoni il passo militare: sono volontari. Chi fu quel santo che lacerò le sue vesti per vestire i poveri? Quando il popolo è eroe, cessano i privilegi e i diritti. Bisogna dare tutto, pane, vesti, denaro.

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17 Giugno 1915.

La lettera del maggiore Negrotto, morto per ferite all’assalto delle maledette trincee di Monte Nero, è tutta italiana.