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di Alfredo Panzini 225


La Stampa di Torino dava Renato Serra per morto.

Crepi l’astròlogo!

È venuto con gran premura Linati a casa mia. Sa che io sono amico di Serra, ha letto la Stampa, e vuol sapere che c’è. È tutto turbato. Gli mostro il telegramma. Dà un balzo di consolazione. Cioè un balzo no, perchè Linati è lombardamente e anche signorilmente pacato. Ma insomma gli si legge negli occhi un gran piacere. Mi domanda il permesso di copiare il telegramma per darne comunicazione agli amici letterati.

Dìcono, dìcono un gran male dei letterati, ma in fondo sono meno cattivi degli altri.

Cara la mia Cesena, bisognerebbe che tu lo sapessi! In questa grande Milano, poco importa di te. Ma Renato Serra è di Cesena, ed ecco che Cesena diventa importante. Potrebbe anche passare per una città intellettuale. C’è Serra, Trovanelli, un notajo come al tempo di Cino da Pistoia, che faceva da papà spirituale a Serra.

Quando noi nominiamo Chio, Samo, Ceo ci pare di nominare paesi pieni di sapienza. Invece chi sa che roba selvaggia era; ma è Simonide, Pitagora, Omero, che fanno risplendere quei luoghi.

Sono contento per tutto il viaggio, perchè traggo buon presagio da quel telegramma.