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214 | Diario sentimentale |
Guerra. La voce corse e l’aula sì riempì dì studenti fino al soffitto. Erano centinaia di teste nell'anfiteatro. Eravamo allora in pieno pacifismo socialista. Il ragazzo, la matricola cominciò a parlare. Mica a lodare la guerra, ma soltanto a dimostrare che la guerra è un fatto della storia umana. Fu un subisso! Pareva che crollassero i muri; tutti a protestare. Mi sono imposto! — Voi dovete ascoltare! Questo non è un comizio, è la scuola! La scuola italiana anche nei tempi della servitù politica è stata sempre libera...
Si continuò per un po’ e poi convenne smettere.
Ora sono tutti per la guerra contro la Germania.
È un popolo squilibrato la Germania a furia di cercare il perfetto equilibrio. Ma la parola di odio che questi giovani mi domandano non so trovarla.
***
Quello scolarino di primo anno di Istituto, che ha appena diciotto anni, lo incontrai tra via: gracile, palliduccio, tutto servizievole, ma tutto felice quando poteva fare a scuola qualche monelleria di nascosto: ora andava in fretta tra via.
— Dove va?