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212 Diario sentimentale


spinta sino dove è il precipizio, e il terrore fa irti i capelli, lentamente si ritrae.

È salvo l’oggi e la vita, è perduto il domani. È una sensazione subcosciente e spaventosa. Anzi nemmeno la vita è assicurata domani. Guai a noi «traditori» se la Germania vince. Anche certi spiriti superiori che dicono che è tutta una montatura del giornalismo, della massoneria, che deridono Mussolini1, non sono tranquilli nè soddisfatti. Il senso per lo meno di una germanizzazione violenta e oltracotante a cui non sarà lecito nemmeno protestare, è sentito da tutti, anche dalla gente del popolo, anche dai gaudenti.

Impressionante il contegno di molti monarchici. Se non dicono abbasso il re, dicono abbasso Vittorio Emanuele terzo.

Momenti supremi. Oggi c’è posto lìbero per un grande, ma cinquanta anni di democrazia, di burocrazia anonima hanno disciolto nel loro acido molto oro umano.

Concorso! Mi vengono a mente i concorsi del Ministero della Pubblica Istruzione. Dei tanti professori di «eloquenza italiana», come si diceva una volta, chi proferisce oggi una parola eloquente?

  1. Benito Mussolini nella seduta del 25 novembre 1914 dell’assemblea socialista fu espulso dal partito. Lasciò la direzione dell’Avanti! che teneva dal 1909 e fondò il Popolo d’Italia, flancheggiato da uomini rivoluzionari In sostegno della guerra contro il pacifismo socialista.