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206 | Diario sentimentale |
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Giunti sull’orlo della guerra, l’on. Giolitti viene fuori con la nota combinata col Bülow delle concessioni territoriali che l’Austria è disposta a fare all’Italia.
L'onta di un’Italia tacitata come una meretrice, è nel cuore più che nelle parole di tutti.
L’on. Turati ha detto per celia: «Andiamo a fare i vigliacchi di dentro»; ma una nazione non può dire così.
I poveri scolari sfilano per via Torino cantando: «Iddio la creò»...
Che pietà!
La città apprende la notizia coi giornali del mattino, e si anima. Bandiere, grida di «Morte a Giolitti», qualche abbasso alla monarchia. Ma si vede, si sente l’assenza di quell’elemento che dà l’atmosfera fosca della tempesta: la massa. V’è chi attende la proclamazione della repubblica da Roma!... Forse a Roma la attendono da Milano! Certo le persone di cuore e di onore, che si incontrano per via, si salutano con un’ansia, con un pallore, come se ognuno avesse ricevuto su le guance un invisibile schiaffo.
Il signore che è con me, insiste sul problema: «Siamo vili o civili?» Un altro signore, indicando i soldati che sbarrano la Galleria, mi fa osservare