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di Alfredo Panzini 15

e faccia un poco di còmpito. — E non volli sentire altro.

Una guerra? La guerra? Un’immensa guerra? Ma si potevano dire più bestialità in poche parole? E da un giovane che fa studi positivi!

Mi ricordo che proprio lì, al Politecnico, uno dei più autorevoli professori mi diceva un giorno: «Ma sa lei che bisogna essere ben letterati, ben poeti, per credere alla possibilità di una guerra europea? La rete degli interessi è tale da impedire automaticamente qualunque guerra. Gli armamenti? un premio d’assicurazione contro la guerra, dovuto purtroppo, anche ad un fattore economico: l’industria degli armamenti».

Un altro professore osservava come i progressi della chimica nella fabbricazione degli esplosivi era giunta a tale punto che la guerra doveva per forza essere uccisa dalla guerra.

«Piccole guerre coloniali avverranno ancora — diceva un altro signore —, ma guerre europee sono un non senso, un anacronismo, specialmente dato il rispetto per la vita umana! Ma c’è dell’altro: i governi a tipo ancora feudale, bisognerà che ci pensino due volte! L’Internazionale oggi è una potenza! Del resto il Kaiser, con tutti i suoi travestimenti un po’ medievali, è un garbato signore, un onesto, pacifico viaggiatore di commercio per gli articoli, made in Germany».