Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/200

194 Diario sentimentale


Passava la sua figura alta, scarna, assorta. In tutti quei giovani, silenzio, uno sguardo severo! Si sentiva la gravità dell’ora. Comandava il bel maggiore dei bersaglieri che era al banchetto dell’on. Battisti.

La signora era commossa. Le ho stretto la mano fino al dolore.

Ma deve essere una commozione estetica.

***

10 Maggio 1915.

Colloquio doloroso con Alfredo Comandini. Pochi come lui conoscono la storia viva d’Italia. Nella sua giovinezza deve essere stato idealista: ora il suo idealismo si è inacidito in paradossi spaventosi, che si diverte a far scoppiare come tanti petardi davanti agli amici. Nelle sue note politiche su la «Illustrazione Italiana» egli è riserbatissimo, sino a riuscire insignificante, ma bisogna sentirlo parlare! Parlatore che affascina: «L’ideale? bisogna imporlo con la forza, perchè l’uomo è cattivo».

Quando gli si parla della guerra contro la Germania per la causa dell’umanità, sorride e guarda con pietà, come io posso guardare uno scolaretto di prima ginnasio.

La guerra? «E chi ne vedrà la fine? Prima di