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166 | Diario sentimentale |
Alle dodici ero al Continental. Si fece colazione in quella gran sala tutta stucchi bianchi, con quegli odiosi camerieri tutti neri. Confesso che preferivo la zuppa cont i rann dell’oste di Baggio.
Poi si andò nell’hall. Ci si sprofondò in due poltrone a prendere il caffè.
Era molto malandato, e molto preoccupato, povero Maraini! Mi narrava di un suo recente viaggio in automobile, in Austria, pieno di peripezie.
Il nome del Maraini era stato fatto dai giornali: «un grande industriale, uno svizzero, che ha una gran villa, vicina a Villa delle Rose, amico di Bülow, uno di quelli che congiurano a favore della Germania, ecc.».
La possibilità di una guerra contro l’Austria e la Germania gli appariva come un disastro per l’Italia. La visione del disastro gli aumentava la malattia; e la malattia gli aumentava il disastro.
Io gli dissi: — Ebbene, lei che è amico di Bülow e di quegli altri signori, dica che la smettano con quella storia dei compensi, di un pezzo di terra di confine di più o meno. È irritante! Ma non capite che oltre ai deputati in Italia vi sono anche gli italiani? Ma come si fa a mettere in piazza: abbiamo comperato la neutralità dell’Italia