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128 | Diario sentimentale |
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Milano 28 febbraio 1915.
Gli intellettuali germanici hanno parlato all’Italia ed al mondo fino all’esuberanza, e v’è chi dice he abbiano parlato anche troppo!
Ma il nostro ceto universitario — generalmente parlando — si è mostrato olimpico.
Olimpico; e forse un po’ stupefatto!
«Ma come? — parevano dire fra loro — non vi sono più uomini pacifici in Germania? Dove è Ernst Sieper, il leader dell’accordo fra Germania e Inghilterra? Dove è l’onorevole professor Guidde? E perchè tace il valoroso A. N. Fried, il detentore del premio Nobel per la pace?»
Olimpici, e anche un po’ mortificati sono i nostri universitari.
Avevano lasciato, alla sera, il laboratorio filosofico in perfettissimo ordine e pace, ed al mattino lo trovarono in terribile disordine.
Quale dèmone vi era penetrato? Inoltre gli apparecchi sismici chiamavano disperatamente.
E — diciamo pure — olimpici, ma un pochino... preoccupati in quanto sentivano dai colleghi germanici alitare sul volto l’alito infuocato della guerra.
«Ma tutta questa gente — esclamò qualcuno