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di Alfredo Panzini 109


— Dormi, Titì.

L’allegria si sveglia. — C’è la neve? — Titì ha sognato l’albero del Natale, che è di là.

***

A quest’ora, anche in Germania, bambini e bambine si desteranno prima del tempo. O, die fröhliche Zeit!, dicono i tedeschi.

Ma l’imperatore tedesco dice, la notte di Natale

«Noi accampiamo in terra nemica e la nostra spada è puntata contro il nemico».

— No, cara, dormi. E’ ancora notte profonda.

— Mi sembra — dice Titì — di vedere il sole.

— Ma non esiste più sole.

E’ ben terribile! Anche una fra le cose più care e pure del mondo, come vedere l’aspetto dei propri figli, oggi non interessa più.

***

25 dicembre 1915.

Cesarino è un bambolino tutto roseo e ben sveglio: vicino di casa. Ha tre anni e mezzo. Egli ai dì passati ha dato le botte alla Titi ed anche i mòrseghi; sotto questo ragionevole pretesto che i donn bisogna pestaj giò. Ma adesso più, perchè adesso sono già grande come un metro.