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venisse come da un mondo crepuscolare, ove non è lago, non sono fiori, non è sole. Un mondo crepuscolare ove abitano quelli che furono, ove abiteremo noi, che siamo.
Sorrise a quel — sì tanto; — lo fece ripetere e disse:
— Ah, questo sì, Irma, è un linguaggio chiaro.
E poi, come... come non so, la tolse dal terzo piano, la accostò alle labbra, la baciò.
— To’! e tu perchè piangi? — domandò alla moglie.
— Perchè non ci vuoi bene a questa povera bimba. Ogni momento tu te ne vai via.
— Ma, amica mia, sii ragionevole; gli affari in prima linea, dopo voi altre, si intende! Sto fuori, qualche volta mi assento. Ma che vuoi? Un artista è come un uomo politico: non può allontanarsi dalla società. Son capaci di dire: «Lo scultore Taliedo com’è che non si vede? Mah! È ammalato, è neurastenico, è etico, non può più lavorare. Che peccato, un artista così bravo!» Ora io non voglio dare queste soddisfazioni ai miei amici. Per esempio, l’affare per cui vado oggi a Genova mi è venuto d’emblée, al Grand Hôtel Excelsior a Roma. Senti, è buffa: un americano è venuto in Italia per farsi fare la statua di sua moglie morta. Egli è felicissimo che sua moglie sia morta, ma vuole eternare in marmo la sua gratitudine.
Il giovane scultore Taliedo parlava così con