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— Ma dio — disse lui alla bimba — dammi le manine. Con tutte le cose che hai in mano!...
Ed egli prese le cose che aveva nelle sue mani di giglio, e se le pose in tasca; poi strinse l’una e l’altra mano dell’Irma; e ci stavano per intero, la manina ed il piccolo braccio della bimba, nella sua forte mano.
— Oh, lulù, lulù! — esclamò ad un tratto gioiosamente la bimba, dondolando con la voce la testa e le chiome.
— Lulù, vuol dire? — chiese lui.
— Lulù vuol dire il lago.
— Perchè?
— Mah! lei dice così.
Infatti, dall’alto del terzo piano anche lei, la piccola mimma, vedeva il lago.
*
* *
I giovani sposi con la loro bambina scendevano verso il lago. Il paesaggio era immobile nella lucidità del mattino di giugno: il lago giaceva laggiù così in fondo che i battelli bianchi a vapore che lo attraversavano, parevano balocchi.
Al di là dei muriccioli di pietra che costeggiavano il sentieruolo, si occultavano le villette; e qua e là tutti i fiori, tanto quelli dalle aiuole ben rasate delle villette, quanto quelli dalle rocce e dai dirupi erbosi, si occhieggiavano nella rivista del sole: bocche di leone, giaggioli, rose,