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e senza nessuno, arrivava d’estate al punto da mangiare anche in maniche di camicia.

Però di tutte queste ultime cose la signora Fanny non aveva che un lontano sospetto, come ignorava la predilezione di lui per la minestra di fagiuoli col lardo; o di ceci, con i quadrettoni di cruschello ben grossi, che si sentono sotto i denti.

La signora Fanny era in quell’estate ospite in villa di una cospicua famiglia, la quale era in buoni rapporti di vicinato e confinante per proprietà coi beni, del signor conte; e per tal modo si erano conosciuti.

La signora Fanny aveva appena da un anno smesso l’abito di lutto per il suo primo marito: anzi si può quasi assicurare che era stato lui, il signor conte, a farla sorridere la prima volta dopo quella gran disgrazia; lui, con quel suo fare bonario, semplice, con quel suo largo riso sano e felice, con quei suoi occhi celesti, senza ombre e senza malizie.

— Pare un grosso bambino, ed ha la barba che qua e là è grigia — aveva detto agli ospiti la signora Fanny.

— Un uomo felice — avevano detto gli ospiti.

La signora Fanny non aveva appetito, perchè aveva troppo sofferto per la morte del suo povero colonnello, chè tale era il grado del defunto