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— Altro che ideale, romantico, vi dico: anzi nessuna dichiarazione d’amore era avvenuta. Ella era donna per bene, madre di due graziosi bambini a cui io facevo da bambinaio, perchè la servetta era una smemorata, un’arfasatta, come sovente sono nei nostri paesi.
Suo marito, uomo di molti affari, viaggiava per l’Europa, ed aveva lasciata la sua signora a curarsi in una piccola, modesta stazione balnearia, dove ella aveva preso a pigione una villetta solinga presso il mare, e dove io l’avevo, naturalmente, seguita. Permettete che continui la descrizione: Il suo mento era di un ovale perfetto e la sua piccola bocca, a cuore, era la sola cosa rosea in quel volto. Il naso, quello sì, era poco perfetto: un piccolo nasetto rivolto in su, ma vi dirò: i nasi aquilini e forti delle nostre donne, con sopra le dense corrusche ciglia nere, spesso congiunte, che sono così caratteristiche fra noi mi spiacevano tanto al confronto che mi chiamavano in mente il becco delle civette e le ciglia dei bachi da seta.
— Parlavate della Polonia?
— Mai più: ella era una donna placida, come vi dissi, e si parlava di cose placide: delle mie cacce, dei bagni, di cose da mangiare, tanto più che io la aiutavo nelle compere presso gli avidi e zotici nostri rivenditori, che avevano, anche allora, l’abitudine di mettere sugli stranieri una tassa di soggiorno mediante un sovrapprezzo sui