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— Bel mestiere il capo-stazione! — disse.
— Bravo Capo! Bel colpo! Ma lei ha una forza...
— Da facchino, caro. Doveva vedermi dieci anni fa! Povero giovane, mi dispiace, ma che vuole? Ho perso il lume degli occhi. Mi poteva dire tutte le brutte parole che voleva: è un corollario del mestiere: non ci bado più. Andò proprio a trovare quella parola tirapiedi. Io tirapiedi del Governo! Io che per dire a tutti, superiori e inferiori, quello che va detto, ho fatto questa bella carriera dopo venti anni di servizio! Adesso il meno che mi possa capitare è una sospensione.
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* *
Ma non fu propriamente così.
Mezz’ora dopo, il signor Capo stava consumando la sua modesta colazione fra un treno e l’altro, in una piccola osteria, vicina al disco, quando precipitò nella stanzetta quel signore vestito di nero. Il suo aspetto era esilarante, luccicante: saltellava sulle piccole gambe.
- Ah, finalmente la ritrovo! Ma dove è il signor Capo, quell’egregio signor Capo, quel grande uomo del signor Capo? ho chiesto e mi hanno indicato qui. Permetta che io stringa quella valorosa mano! Lei è la perla dei fuzionari dello Stato!