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verità fosse il miglior modo di mettere in pratica quelle illustri virtù?
Dunque in quel giorno si spiegava un passo di autore greco e vi si trattava delle Olimpiadi. Io sostenevo che le Olimpiadi erano uno spazio di quattro anni nel complicato Calendario dei Greci; il professore sosteneva che esso era di cinque anni. E certo io avevo più ragione di lui! Ma poi la disputa si inacerbì e, non so come, mi vennero fuori queste vere ma infelici parole, cioè che anche i professori di greco si preparano sulle versioni letterali dal greco.
Non l’avessi mai detto!
Quel maestro di umanità perdette d’un tratto ogni sua umanità, divenne furente e mi scacciò, come ho detto.
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Dunque io lagrimavo silenziosamente sulla banchetta dei giardini pubblici, sotto quella dolce fiorita di rose, e un cantare lontano di uccelletti pareva come aiutasse le timide gemme a sbocciare.
Allora mi accorsi di non essere solo sulla banchetta.
Una giovane donna sedeva presso di me.
Io fino a quel giorno avevo conosciuto, anzi avevo combattuto con i tre generi, maschile, femminile e neutro; ma ignoravo che cosa fosse quel-