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midoro nuovo e nel burro: venne la minestrina leggera per la mimma, ed allora ognuno badò ai fatti suoi.

Ma poi accesa la sigaretta, lui e anche lei, lui, il bel giovane, disse al signor Aurelio:

— Eppure, veda, caro signore, vi sono dei brontoloni, specie certi vecchi barbogi e puritani, che in una sala di albergo si scandalizzano se trovano una coppia, così come noi, tête-à-tête, che fa all’amore. È invidia. Creda, tutto invidia.

— Certo è invidia, invidia dormente — rispose l’uomo filosofico. — Io però non la provo affatto. Io provo un altro ben diverso sentimento quando vedo due giovani, come voi due, avidi,... avidi di confondere il loro essere in un essere solo.

— Mi piace la frase — disse il giovane. — Ma tu, Argia, non ne hai capito niente, vero?

L’Argia sosteneva che aveva capito benissimo, e poi, disse:

— Il sentimento, mi dica il sentimento che lei, signore, prova quando vede due giovani che si vogliono bene.

L’uomo filosofico meditò e poi disse:

— Oh, una gran cosa, sublime e terribile! Veda, signorina, comunemente il pubblico, quando osserva due amanti camminare su e giù per i luoghi solitari; o, a tavola, negli alberghi, come può essere qui, li vede alternare un boccone e un sospiro; e lasciare in pace la bistecca per appiccicarsi per mano; e fare sbocciare piccoli


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