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sciatiche, lombaggini, raffreddori e, dopo usato per l’uomo, tu non lo butti via, ma ne incolli la immagine nelle stalle per la protezione delle bestie.
Dopo il cerotto di Sant’Antonio, la via era aperta. Un giorno contemplando la mia signora che si svestiva allo specchio, esclamai: «Dio, che tesori! ma perchè devono esistere fanciulle clorotiche, smunte, senza l’onore di quel seno e perciò prive della venerazione degli uomini e della santa gioia della maternità?» Pensare questo ed inventare le mie pillole fu un attimo. Ah, tu ridi? saresti buono anche tu di far le mie pillole, eh? Ma di persuadere l’umanità che con le mie pillole si guarisce, fui capace io solo.
E Ballesio assunse la sua aria di grand’uomo. E aggiunse gravemente:
— Al bene di tutte le classi sociali io ho provveduto: ai neurastenici, agli stitici, agli ipocondriaci; e poi mi chiamano — qui in quest’idiota paese — avaro, esoso, tirchio; imbecille mi chiamano anche! pucinella politico, perchè, ora — dicono loro — sto coi preti, ora sto coi socialisti. Io sto con chi soffre, e il mio nome è universale: Vos omnes qui laboratis et «ammalati» estis, venite ad me! Questa è la mia divisa. Non vi sono che i medici ed i preti che preferiscono la percentuale sui miei specifici agli specifici medesimi: ma si tratta di una classe, direi quasi cinica, senza fede, destinata a scomparire. Ma tutto il