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peste della stregheria e la iniquità de’ processi contro le maliarde nelle nostre valli non è quesito agevole a risolversi, ed io non mi credo licenziato per tanto ad indicare quelle poche che mi sono suggerite da ovvie considerazioni. Per le cause generali devo richiamarmi a quanto ho scritto prima su tale oggetto. Ma non tornerà a biasimo del Trentino l’osservare, che dei molti scrittori nostri nessuno va nominato tra coloro, che hanno portato qualche notevole contributo alla generale superstizione, ad onta sia a credersi, che quasi tutti non fossero migliori o più veggenti de’ loro contemporanei. Fra loro però va lodato Jacopo Aconcio (1492-1570?), che se gode di meritata fama quale uno de’ riformatori della filosofia, ha diritto di essere qui ricordato per il suo “ Stratagemmatum Satanæ, „1 dove non soltanto si mostra coraggioso, ragionevole ed umano quando proclama non doversi costringere, e meno che meno co’ tormenti e colle pene, la coscienza di alcuno in materia di fede, doversi ajutare per contrario il trionfo del vero colla mite persuasione e cogli esempi,2 che anzi, se anche per lui Satana e il padre della menzognæ del male, non si lascia trascinare però dalle altrui dottrine demonologiche ad individualizzare, notomizzare e occorrendo classificare la famiglia dei “ diavoli, „ ma tratta il suo oggetto con tale altezza di idee, con tale chiarezza di argomentazioni e con tale moderazione di forma da parere uno scrittore cresciuto in tempi non asserviti da’ pregiudizî.

Ma più va lodato ancora il Tartarotti (1702-11761)3, che forse anche eccitato dalla dolorosa eco degli ultimi processi di Nogaredo, diede col suo trattato “ Del notturno congresso delle Lammie ,, il colpo di grazia all’assurda credenza delle streghe


  1. La prima edizione di questo libro fu pubblicata a Basilea nel 1565. Esso è dedicato ad Elisabetta regina d’Inghilterra presso la quale l’Aconcio, esule, trovò asilo e protezione.
  2. Stratag. Sat., Lib. III, pag. 140 e segg. della edìz. di Nimega 1661. — Alcuni esemplari di questa stampa hanno coperta l’indicazione del luogo e dell’anno, e portano sostituita. quella di Amsterdam, 1663.
  3. Una buona biografia del Tartarotti, scritta in elegante latino, fu pubblicata a Rovereto nel 1805 da C. Lorenzi.