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contro le streghe 73


Ma basti; cerchiamo più spirabil aere.

Come procedettero nei secoli XVI e XVII le cose della stregheria in Italia?

In questa provincia, ad onta che non mancassero poderosi eccitamenti a chi procedeva contro le streghe, la persecuzione (al pari che in Inghilterra, in Ispagna ed in Francia) fu, e per assoluto e proporzionatamente, molto meno intensa che non in Germania e nella Svizzera.1


    11, e in Soldan e Heppe II, 41. 50. Il sig. Rapp (op. cit. pag. 25), narra di una povera donna giustiziata a Lienz nel processo tenuto colà del 1670-80 con due figlie, la maggiore delle quali aveva 14 anni, di un ragazzo mezzo scemo giustiziato a Merano nel 1679 pure di 14 anni, e di altri suoi coetanei mandati ivi a morte tra il 1664 e il 1681. — Lo stesso autore (pag. 40), nel riferire in sunto le istruzioni date da un dot. Fröhlich (Nemesis Romano-Austriaco-Tirolensis, - Innsbruck, 1696) ai giudici in cose di stregheria, dice, che secondo questo giureconsulto non si potevano punire per il delitto del quale parliamo i fanciulli sotto i 7 anni cui bisognava rimandare al padre per la opportuna correzione; ma che si doveva procedere come contro gli adulti contro giovani che avessero raggiunto il 14.° anno. Di inquisitori sottoposti a processo e mandati al supplizio ha lasciato memoria lo Spee (Dub. XI. 5). Chi voglia avere una idea degli eccessi cui si giunse nel principato ecclesiastico di Erbipoli (Würtzburg) vegga Soldan e Heppe (II, 43 e seg.). Ivi sotto il vescovo Filippo Adolfo (1623-1631) furono giustiziati 900 accusati; dal 1627 a1 16 febbraio 1629 ebbero luogo 31 auto-da-fè, in 29 dei quali (dei due ultimi non s’è tenuto memoria) vennero bruciati parte vivi, parte dopo essere stati decapitati, 157 condannati per istregheria, di tutte le età e di tutte le condizioni, dal vicario e da un canonico della cattedrale, dal più ricco cittadino e dalla più bella fanciulla di Erbipoli fino ad innominate vecchie ed a ragazzi di 8 anni e forse meno in su, fra’ quali anche una povera bambina cieca! — Non mancò molto, che lo stesso vescovo Filippo Adolfo in persona ed i1 suo cancelliere venissero sottoposti ad inquisizione come rei di stregheria. Li salvò, l’essere il vescovo anche principe territoriale.

  1. Odasi quello che scrive in proposito lo Spee (Dub. XV): “Itali certe et Hispani, qui ad speculandas res et meditandas proniores a natura esse videntur, cum non obscure videant, quam si Germanos imitare velint innumeram innocentium turbam simul abrepturi sint, recte abstinent, et solis nobis urendi hanc provinciam committunt, qui nostro malumus zelo confidere, quam legislatoris Christi praecepto aquiescere. „ — Trovo poi una ragione singolare, se si vuole, ma certo non senza fonda-