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tenevano una parte dei beni confiscati a’ condannati. Ma oltre i giudici, guadagnavano egregie somme e spie e birri e carcerieri e notai e famigli del boia ed il boia stesso. Si mungevano poi le borse anche più umanamente. Se qualche persona era in fama sospetta, veniva chiamata in Uffizio, e là si faceva prestarle il giuramento purgatorio e pagare una somma di due fiorini ed un quarto.1

Dopo tutto, chi sappia quanto sono ingegnosi i finanzieri non si meraviglierà, se anche i principi ed il fisco degli stati cercassero il loro vantaggio nella universale jattura. Poiché cadevano a profitto dei medesimi i beni confiscati delle vittime, che colla miserabile perdita della vita tiravano in rovina la loro famiglia.2

Mi sono serbato a posta di parlare all’ ultimo dei Trattatisti per poter dire qualche cosa di quell’opera che per universale avviso fu, in materia di stregheria, la più erudita, come la più severa, anzi la più inumana. — Avanti i sei libri “ Disquisitionum magicarum, „ di Martino Delrio, gesuita olandese ma spagnolo d’ origine,3 tutti gli altri trattati di demonologia, di magia e di stregheria impallidiscono: venne quasi meno la fama degli scritti di Bernardo Bodin, di Tomaso Murner, di Giovanni Laurenzio, di Ambrogio da Vignate, di Leone d’Ivrea, di Giacomo da Simanca, di Alfonso a Castro, di Paolo Grillandi, di


    ghe. Fu per questo perseguitato e dovette più volte la salute alla fuga. Venne costretto nel 1592 a sottoscrivere una formale palinodia dei propri errori. Mori poco dopo a Bruxelles.

  1. Soldan e Heppe, o. c. I 440 e seg. — Taluni tra questi ufficiali poterono cosi ammassare delle notevoli fortune! — Ivi (pag. 445), sono ricordate delle mogli di carnefici, che si facevano trascinare per la città in cocchio, vestite di seta e con tale lusso da gareggiare colle ricche matrone.
  2. Questo sia detto in peculiar modo de' piccoli principati tedeschi protestanti, ridotti a miserrime condizioni finanziarie dalla guerra dei trent’anni. (Soldan e Heppe, I, 447).
  3. Nacque ad Anversa nel 1551, e dopo avere fatto i suoi studi in patria, in Francia e nella Spagna, coprì cospicue cariche e magistrature. Ma staccatosi della vita del secolo si fece gesuita, e morì a Lovanio nel 1608, professore di teologia e di filosofia presso quella università.