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contro le streghe 57

avvertenze. — Tenga a mente, che le streghe non possono piangere, neppure fra i tormenti. Vegga di non lasciarsi toccare dall’inquisita specie alle mani, alle giunture, alle braccia. Curi di non essere veduto da lei prima ch’egli vegga lei, per il che farà prudente cosa, se ordinerà sia introdotta nella camera a ritroso. Venga aspersa con acqua lustrale. Porti il giudice sulla sua persona delle erbe e della cera benedetta, ecc. (Q. XV).

Mentre si dà la tortura, presente il giudice, i muti assessori ed il notaio, continua l’interrogatorio, e lo scrivano raccoglie ogni parola che esce dalla bocca della vittima. La quale dopo un certo corso di tempo1 viene tolta dalla camera del tormento e condotta in altro luogo, perchè ripeta colà le confessioni che avesse fatto. — Indi la martire è di nuovo messa nella sua prigione, ma poiché lo strazio sofferto e l’orrore del carcere avrebbero potuto spingerla al suicidio, essa viene rigorosamente guardata a vista. — Per il resto, le leggi chiamavano responsabili i giudici se avessero coi tormenti fatta morire l’accusata, cosa che accadde non infrequenti volte. Se non che essi trovarono facilmente il modo di sottrarsi ad ogni colpa, gettandola a spalle del “ diavolo, „ come quello che veniva a prendersi la sua legittima preda.

Che se il maleficio della taciturnità non fosse stato vinto, o la confessione non si avesse ripetuta, s’aveva bene il modo da far rinsavire l’accusata. È vero, che nel processo penale comune era proibito di sottomettere l’accusato una seconda volta ai tormenti, quando avesse vittoriosamente subita la prima prova e non fossero sorti contro di lui nuovi indizi; ma nel processo inquisitorio — che era sommario “ et de plano „ fu trovata la maniera di deludere anche questa disposizione di legge: alla seconda, alla terza, alla decima, alla sessagesima quinta prova si dava il nome di continuazione della prima!2 (Q. XIV. XV).


  1. Quanto tempo potesse durare la tortura non è detto. Ricordo di avere letto (dove?), che un accusato si lasciò fra i tormenti parecchie ore, durante le quali il consesso andò pacificamento a pranzo e pori fatti suoi; ritornato, il cruciato fu trovato morto.
  2. Maria Holl, ostessa di Ulma, sostenne ben 65 volte la tortura e