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contro le streghe 27

nella mia opinione il dotto e pio Jacopo Passavanti, il quale — forse solo tra gli scrittori italiani del trecento — parla un po’ distesamente della tregenda: “ Cosi si truova „ — dice il buon domenicano1 — “ ch’e’ dimonii prendendo similitudine d’uomini e di femmine che sono vivi, e di cavagli e di somieri vanno di notte in ischiera per certe contrade, dove veduti dalle genti credono, che sieno quelle persone la cui similitudine mostrano: e questo in alcuno paese si chiama la tregenda. E ciò fanno i dimoni per seminare questo errore e per mettere iscandalo e per infamare quelle tali persone la cui similitudine prendono, mostrando di fare nella tregenda alcune cose disoneste.2 Ben si trovano alcune persone e spezialmente femmine, che dicono di sè medesime, che elle vanno di notte in brigata con cotale tregenda, e compitano per nome molti e molte di loro compagnia, e dicono, che le donne della torma. che guidano le altre, sono Erodia che fece uccidere San Giovanni Battista e la Diana antica dea dei Greci. „3

Se non che lasciando ora di parlare della stregheria, che come si può agevolmente immaginare entrata una volta nella mente delle moltitudini potè prendere tutta quella dovizia di forme


  1. Trattato della scienza, che fa seguito allo Specchio della vera penitenza, pag. 318 (ed. Le Monnier, 1863).
  2. Notisi questa frase e veggasi se, dopo tutto, la descrizione dell’andar in corso del Boccaccio non torni a capello con quella del Passavanti, — toltene, come dissi, le frangie.
  3. Da questo e da altri passi del Passavanti nel citato Trattato della scienza e nel Trattato dei sogni, a me pare evidente, che egli abbia conosciuto il Canon Episcopi, al suo tempo già assunto nel Decreto di Graziano. Ma egli quand’ anche si debba credere fosse persuaso delle male arti del diavolo, tengo tuttavolta avesse gli occhi più aperti di qualche suo coetaneo di altri paesi, perché, pur non negando fede ai maghi, addita però “ certe altre persone, uomini e femmine, che non sanno l’arte magica, ne invocare o scongiurare demonii, e non sono indovini nè non credono di essere, che sanno per certo che non sono, e con tutto ciò o per guadagneria o per altra loro vanità dicono, che sono incantatori e con loro ciuffole e anfanie ingannano molto gente semplice, che è inchinevole e vaga ad andare dietro a cosi fatte cose.... Altri diamo che vanno in tregenda.... Questi cotali sono ingannatori e trombettieri. (Ibid. p. 317). „