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contro le streghe 25

Prima che passiamo ad un altro genere di considerazioni stimo opportuno notare, che, comunque la leggenda sulle streghe si sia svolta da’ suoi principi tra i popoli di razza germanica, tra quelli di razza latina — quando penetrò fra loro e fino a che non venne generalizzata da’ processi contro le povere vittime della universale superstizione — ebbe un carattere se non più estetico, almeno certo più umano. Arrivo anzi a credere, (se non mi faccia velo agli occhi un sentimento di carità per la gente della mia gente), che tra’ meridionali la stregheria sarebbe passata come una fiamma sinistra, ma quasi innocua, se non fossero venuti a fermarne le scintille ed a soffiare nel fuoco degli uomini disgraziatissimi, che furono più infesti all’umanità d’ogni crudelissimo tiranno.

Secondo quanto abbiamo da Guglielmo vescovo di Parigi, (1230 circa) la brigata delle streghe o tregenda, così paurosa in Germania, presso i francesi era creduta una specie di società di enti incorporei (substantiæ), detti dominæ Nocturnæ, condotte da una “ Signora Abbundia, o Satia, „ la quale società penetrava nelle case, vi mangiava e beveva, e vi portava l’abbondanza.1 — E Vincenzo di Beauvais (V. Bellovacensis † 1264) ne è testimonio, che la si teneva per cosa tanto poco terribile, che narra delle burle fatte a persone semplici che ci credevano.2

Che la detta brigata fosse condotta, per quello che correva fama in Francia, da una “ Dame Habonde, „ e detto anche nel “ Roman de la Rose; „ ed il Du Cange, riportando un passo di Augerio II vescovo di Conserans, ci da anche un altro nome della conduttrice della brigata notturna. e cioè “ Bensozia, „ che certo non è nome da far paura.3

Per quello poi che riguarda l’Italia, e anzi tutto ben notevole il fatto, già osservato dall’acutissimo Tartarotti, che il Muratori nelle dissertazioni sulle Antichità italiane del Medio-Evo non fa, tra le altre molte superstizioni, alcun cenno della Tre-


    venne bruciata per la tresca che confessò avere avuta col diavolo. (Soldan e Heppe o. c. I, 173).

  1. Tartarotti o. c. I. V. 4.
  2. Idem, I. V. 6 e 8.
  3. V. Du Cange, Glossarium, alla voce Bensotia.