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contro le streghe 11


Non potendo dubitare l’eruditissimo Tartarotti — e nessuno il potrebbe, — che la compagnia accennata da Burcardo sia quella medesima della quale fa parola Reginone, egli si tormenta per trovare la spiegazione del come e del perchè la compagnia di Diana paganorum dea di questo si sia cambiata nella Holda vulgaris stultitiæ di quello.1 È un fatto, che il passo di Burcardo torna alquanto oscuro. Quel turba in similitudine mulierum transformata (quam vulgaris stultitia [superstitio] Holdam vocat) verrebbe a dire, che tutto il corteo si appellasse Holda, dove noi sappiamo per cosa certissima, che Holda era detta non già la compagnia, ma la condottiera della compagnia. Dal che si dovrebbe conchiudere, o che Burcardo non conobbe con tutta esattezza la volgare leggenda, o che il testo che noi abbiamo del suo scritto per qualche onimissione o storpiatura di amanuense è difettoso.

Comunque sia la cosa, che per il resto è indifferente, al Tartarotti sfuggì la vera importanza di questo passo, la quale sta in ciò, che restituisce alla Diana paganorum dea il suo vero nome nazionale di Holda. Questo ci viene imparato dalla mitologia tedesca, la quale al tempo dell’esimio critico roveretano era ancora poco meno che per intero nascosta in vecchie carte e nelle tradizioni popolari allora quasi inesplorate.2

Chi conosca il mito della brigata di Diana come ci venne tramandato dai poeti troverà impossibile a spiegarsi il modo col quale essa si sia potuto trasformare nella compagnia di Reginone e di Burcardo. Diana in origine era una divinità nazionale italica, ma l’influenza ellenica già in tempi molto remoti la confuse

  1. Il Tartarotti crede che il senso correrebbe meglio se invece di Holdam. si leggesse Unholdam. I sigg. Soldan e Heppe asseriscono, che qualche testo, senza indicare quale, porta questa variante. — Siccome però essi vogliono ad ogni modo e con ogni appiccagnolo provare, che la stregheria fu importata nel settentrione dal mezzodì, e d’altronde qui la voce “ unholdam „ (aggettivo) non sarebbe stata affatto a luogo, dubito che abbiano preso la idea del Tartarotti per una cosa di fatto.
  2. La Mitologia Germanica (Deutsche Mythologie) fu illustrata dopo pazientissimi studi da Jacopo Grimm, colla collaborazione di suo fratello Guglielmo. Comparve la prima volta a Gottinga nel 1835.